Il diserbante, o erbicida, è un prodotto chimico che si è incominciato ad utilizzare dopo gli anni ’50 impiegando principi attivi, fortunatamente abbandonati successivamente, come l’arsenico, l’acido perclorico, il clorato di sodio e l’acido solforico.
Il suo funzionamento avviene per assorbimento fogliare (erbicidi di post-emergenza): le foglie assorbono il prodotto e lo trasportano fin nelle radici, quindi è importante che la pianta sia un po’ sviluppata altrimenti non ci sarà alcun assorbimento fogliare per assenza di foglie appunto. Ne esistono altri tipi che agiscono anche sulle radici ma sono altamente inquinanti e molti di essi sono ormai fuori commercio.

Prima della sua comparsa l’erba veniva estirpata manualmente, tagliata manualmente o meccanicamente, oppure se ne riduceva la crescita con il metodo della pacciamatura.

L’abbondante presenza di erba non desiderata avviene soprattutto perché il terreno è lasciato abbandonato a se stesso e riceve una sufficiente quantità di acqua a farla proliferare: anno dopo anno i semi delle erbe dell’anno precedente cadranno sul terreno e l’anno successivo saranno più numerose e resistenti di prima.

I diserbanti chimici si dividono principalmente in ad azione totale (detto anche selettivo) e ad azione selettiva. La differenza tra i due è che il primo agisce (o dovrebbe agire) su tutte le erbe presenti nella zona che si vorrebbe trattare, mentre il secondo solo su alcune. Il tipo ad azione totale viene usate perlopiù in vialetti di ingresso, gli angoli delle strade e dei marciapiede, parcheggi, capannoni industriali ecc., quindi è evidente che si tratta di un prodotto più forte e più inquinante del tipo ad azione selettiva.

Gli erbicidi vengono classificati a seconda del principio attivo oppure delle erbe che sono in grado di debellare. Le erbe si distinguono in a foglia larga (dicotiledoni) e a foglia stretta (monocotiledoni), di conseguenza la scelta dell’erbicida selettivo deve essere fatta in questo senso, tenendo presente che comunque un diserbante destinato ad un tipo di pianta viene comunque assorbito dall’altra ma poi neutralizzato.
Molti erbicidi comuni contengono il Glyphosate (Glifosate o Glifosato) che è un diserbante ad azione totale ma a minore impatto ambientale, infatti dovrebbe avere una persistenza di circa 10 giorni, e a contatto col terreno si dovrebbe neutralizzare, infatti non bisogna diluirlo in acqua sporca di terra per non ridurne l’efficacia e quindi per non doverne usare più del necessario. Nel descrivere il Glyphosate abbiamo usato il condizionale perché trattasi comunque di sostanze fortemente innaturali, sui quali spesso non viene detta la verità, anche perché se i danni a breve termine sono spesso quantificabili, quelli a lungo termine vengono invece spesso nascosti.
Approfondimento sul Glyphosate su Wikipedia e IlConsapevole.it.

In commercio esistono anche degli erbicidi biologici come quelli con funghi parassiti, oppure pratiche come quelle del pirodiserbo, che come si può intuire è un sistema che utilizza il calore per uccidere le piante senza utilizzare sostanze tossiche.

Un altro sistema biologico da fare in casa, che però a volte può risultare meno potente di un comune erbicida chimico, è una miscela composta da 10% di aceto, 10% di sale e 80% di acqua, riscaldato sul gas della cucina e irrorato sulle piante (le percentuali di aceto e sale possono anche aumentare i base alla propria esperienza). In questo modo avrete la certezza di non inquinare il terreno e di non creare dei danni al vostro cane o gatto, anche se bisogna precisare che gli erbicidi chimici moderni non sono dannosi per gli animali domestici più di quanto non lo siano per noi.
Un altro modo può essere anche l’utilizzo del vapore utilizzando una macchinario tipo vaporetto.

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