Origini e diffusione
Il ciliegio è un albero di origine asiatica che nasce spontaneamente e che si è naturalmente diffuso nei boschi di tutta l’Europa. Vi sono prove della presenza di questi alberi già in epoca primitiva: sono stati rinvenuti negli scavi archeologici di quell’epoca noccioli di ciliegie. Essendo un albero spontaneo non c’era la necessità di conoscerne le tecniche di coltivazione, bastava aspettare e raccoglierne i frutti da sempre molto apprezzati.
La prima coltivazione ufficiale di ciliegie risale al IV secolo a.C. in Grecia, mentre in Italia si diffuse alla fine del secolo successivo.
In epoca romana le ciliegie divennero frutti assai pregiati, consumati freschi o una volta essiccati.

Descrizione
Il ciliegio è una pianta molto apprezzata esteticamente perché durante la primavera si riveste di piccoli fiori che escono in mazzetti di tre o quattro da un’unica gemma. Questa disposizione favorisce il richiamo visivo degli insetti che contribuiscono al trasporto del polline. La corteccia è particolarmente apprezzata nella produzione di mobili, strumenti musicali e oggettistica varia per il suo colorito rossastro.
Le foglie hanno una caratteristica peculiare: appena uscite dalla gemma sono ripiegate lungo la nervatura principale con le due metà incollate da una specie di resina. In questo modo la pianta protegge le foglie ancora giovani e delicate.
Il frutto è generalmente sferico con dimensioni che variano dagli 0,7 ai 2 centimetri di diametro, la cui forma può essere a cuore o sferica. Il colore, normalmente rosso, può avere delle variazioni dal giallo chiaro al rosso scuro intenso. All’interno del frutto solitamente è presente un singolo nocciolo di circa 6 mm di diametro contenente un minuscolo seme.

Tipi e varietà
Pur adattandosi bene a svariate condizioni climatiche, la coltivazione in Italia è concentrata in poche regioni e circoscritta al suo interno in limitati territori. La produzione nazionale di ciliegie, infatti, è localizzata in quattro regioni principali: la Puglia, la Campania, l’Emilia Romagna e il Veneto.
Del ciliegio fanno parte diverse specie. Tra le più conosciute possiamo trovare il prunus avium da cui deriva il conosciuto frutto delle ciliegia particolarmente diffuso in zone collinari e di montagna con altezze della chioma che raggiungono i 15/20 metri, e il prunus cerasus caratterizzato da una forma piuttosto cespugliosa che produce i frutti conosciuti come amarene. Altra specie piuttosto diffusa è il prunus mahaleb, noto come ciliegio di S. Lucia, pianta dalle dimensioni ridotte, con foglie tondeggianti di colore piuttosto chiaro le cui origini sono collocate nel Mar Nero e nel Mar Caspio.

Coltivazione
Essendo un albero della famiglia delle Rosacee particolarmente diffuso nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente, la pianta predilige un clima temperato ma non troppo piovoso perché teme i ristagni d’acqua ma nello stesso tempo la siccità e le temperature troppo elevate. Resiste, invece, piuttosto bene ai climi freddi del Nord.
Il terreno ideale per la coltivazione è a medio impasto: è consigliabile, prima di procedere alla messa a dimora della pianta, smuovere il terreno in modo da ammorbidirlo e arieggiarlo.
Le irrigazioni devono essere regolari ma non troppo abbondanti cercando di favorire il più possibile il drenaggio dell’acqua. Si consiglia, poi, di effettuare poche operazioni di potatura, in quanto sono mal sopportate dalla pianta: è necessario limitarsi ad eliminare vecchi rami e foglie secche.
I frutti del ciliegio si iniziano a raccogliere quando hanno raggiunto il giusto grado di maturazione, riconoscibile dal colore rosso vivo e lucido. Il periodo della raccolta è il momento fondamentale in quanto caratterizza e condiziona la qualità del frutto. Di norma le ciliegie devono essere raccolte in un’unica volta ed è fondamentale procedere con cura per evitare il distacco del picciolo e lesioni traumatiche del frutto. L’esposizione al sole dei frutti raccolti è da evitare.

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