Possedere e/o coltivare una o più piante di canapa in Italia è illegale, ma vogliamo comunque parlarvi di questa pianta per le sue innumerevoli risorse sia in campo medico che industriale.

La canapa è una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Cannabinacee. Ha una fioritura annuale, nella stagione estiva, e le foglie si presentano palmate con margine dentato. I fiori crescono su piante di sesso diverso e l’impollinazione avviene tramite il vento.

Si hanno tracce dell’uso della Cannabis addirittura nel Neolitico, tramite il ritrovamento in una grotta in Romania, di semi fossilizzati. Ma i più antichi fumatori di Cannabis risultano essere gli Hindu di Nepal e India e gli Hashashin della Siria (da cui deriva il termine “hashish”). In seguito fu utilizzata dagli Assiri, dagli Arii, dagli Sciiti e dai Traci, anche per i riti religiosi.
In Europa l’uso della Cannabis, come sostanza psicoattiva, è piuttosto recente perché la specie contenente i principi attivi stupefacenti, vi si è diffusa nell’Ottocento, presumibilmente per opera di Napoleone che utilizzava questa pianta ad uso sedativo e per lenire il dolore.

La coltivazione della canapa, in passato, era soprattutto sviluppata nei territori medioeuropei, sia perché era una pianta che cresceva su terreni difficili da coltivare, sia perché c’era sempre bisogno di piante che fornissero fibra (carta, corda, tessile) e mangime (foglie) per il bestiame. Questi territori divennero particolarmente ricchi nel momento di massima espansione della vela, quando le conquiste marittime necessitavano di tele e cordami delle migliori qualità per i propri armamenti navali. L’Italia ad esempio, con Bologna e Ferrara, fu il secondo produttore mondiale di canapa e il primo fornitore della marina britannica.

Successivamente, con l’avvento del carbone, il momento d’oro della canapa subì un lento declino. E con l’arrivo del cotone e della juta, il calo di produzione si incentivò ulteriormente. A ciò si unì, alla fine della prima guerra mondiale, lo sviluppo delle fibre sintetiche e lo sviluppo della tecnica di produzione della carta dal legno.

La seconda guerra mondiale, invece, portò ad un reintegro della produzione della canapa, considerati i costi di produzione più bassi rispetto alle fibre tessili.

Effetti curativi
I semi di Cannabis sono anche ricchi di acidi linoleici, per cui l’olio che ne deriva viene usato come olio speziato ed è diffuso in molti prodotti di cosmesi. Inoltre l’olio estratto può anche essere utilizzato in alcuni tipi di motore, come ad esempio quelli diesel.

Altra utilizzazione della canapa è poi stata, per molti anni, quella di pianta medicinale. Gli ultimi anni hanno testimoniato una fervente ricerca sulle proprietà farmacologiche e sulle relative applicazioni della Cannabis. A tal riguardo, lo studioso più noto è il Professor Lester Grinspoon, Psichiatra e Professore dell’Università di Harvad.
Secondo unÂ’analisi del 2001, che riassume tutte le indagini pubblicate fino al 2000, la Cannabis risulta efficace nel dolore neuropatico e spastico, meno in altri tipi di dolore. Altri studi hanno dimostrato segnali significativi nel dolore tumorale e nei sintomi dolorosi della sclerosi multipla.
Vengono riportate anche numerose testimonianze di soggetti che hanno superato la dipendenza dallÂ’alcol o dalla cocaina tramite utilizzo di Cannabis, che sembra non portare a dipendenza fisica come ad esempio quella generata dalla nicotina.

Un articolo edito il 3 Aprile 2009 dal Corriere della Sera, riporta i risultati di una ricerca condotta all’Università Complutense di Madrid: l’equipe, iniettando una dose quotidiana del principio attivo della Cannabis, il Thc, in topi di laboratorio affetti da tumore, ha constatato un processo di autodistruzione delle cellule cancerogene, riducendo di oltre l’80% la crescita di tumori derivanti da diversi tipi di cellula.

Approfondimento:
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